Ansia e relazioni: quando la mente corre più veloce del cuore
- manuelalocatelli55
- 26 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 29 lug

È capitato anche a te di sentirti agitat* o insicur* in una relazione, pur non avendo segnali evidenti di un problema? Hai la sensazione che l’altr* possa allontanarsi, anche se ti dice il contrario? Oppure ti ritrovi a controllare messaggi, parole, silenzi, alla ricerca di conferme continue?
Questi vissuti sono più comuni di quanto si pensi, e spesso non parlano di “gelosia” o “dipendenza”, ma di qualcosa di più profondo: l’ansia relazionale.
Quando l’ansia si insinua nel legame
L’ansia, in sé, è un’emozione funzionale: ci protegge, ci allerta, ci spinge a cercare sicurezza. Ma quando entra nella relazione, può diventare un’ospite scomoda: porta con sé la paura del rifiuto, il timore dell’abbandono, la difficoltà a fidarsi davvero.
Si attivano strategie spesso inconsapevoli:
richieste costanti di rassicurazione,
idealizzazione del partner,
difficoltà a gestire l’ambivalenza (“voglio essere vicin* ma ho paura di perderti”).
Il risultato? Un ciclo che può diventare frustrante e doloroso per entrambi.
Attaccamento e aspettative: da dove nasce tutto questo?
La psicologia dell’attaccamento (Bowlby, 1969) ci aiuta a comprendere questi meccanismi.
Le esperienze affettive precoci influenzano il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri nelle relazioni adulte.
Chi ha uno stile di attaccamento insicuro–ansioso, tende a:
sovra-attivare il sistema relazionale,
cercare conferme continue,
interpretare segnali neutri come minacce.
È un tentativo di prevenire il dolore, ma spesso rischia di creare proprio la distanza che si teme.
Cosa può aiutare
Il primo passo è riconoscere ciò che si prova, senza giudicarsi. L’ansia non è “sbagliata”, ma un segnale che merita ascolto.
Un percorso psicologico può aiutare a:
esplorare le proprie dinamiche relazionali,
distinguere tra passato e presente,
costruire sicurezza emotiva.
In conclusione
Sentirsi ansios* in una relazione non significa essere sbagliat* o troppo insicuri. È solo un segnale che chiede comprensione, cura e tempo.
Ti ritrovi in queste parole?
Se ti riconosci in questi vissuti, possiamo lavorare insieme per aiutarti a costruire legami più sicuri, autentici e liberi dalla paura.
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Bibliografia
Holmes, J. (1994). La teoria dell'attaccamento. John Bowlby e la sua scuola. Italia: Raffaello Cortina Editore.
Mikulincer, M., Shaver, P. R. (2007). Attachment in Adulthood, First Edition: Structure, Dynamics, and Change. Regno Unito: Guilford Publications.




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